top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreArtemis con le donne

Gravidanza e Covid-19

Aggiornamento: 3 apr 2020


Da settimane il virus SARS Cov-2 o comunemente conosciuto come Coronavirus, si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo tanto da essere stata annunciata la pandemia, poche ore fa, dall'OMS.


Il centro di Epidemiologia dell'Istituto Superiore della Sanità, a seguito dei vari studi scientifici, afferma che le donne in gravidanza vengono considerate popolazione a rischio per le infezioni respiratorie virali: mentre per l’influenza stagionale è raccomandato il vaccino dal secondo trimestre, per il Covid-19 non esistono cure preventive e terapie specifiche.


La trasmissione del virus SARS-CoV-2 avviene attraverso il contatto diretto da persona a persona, mediante le goccioline del respiro che possono trasmettersi con la saliva, la tosse o gli starnuti delle persone infette e mediante le mani contaminate (non ancora lavate) portate alla bocca, naso od occhi.


In gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, le difese immunitarie si abbassano e si ha un aumentato rischio di sviluppare sintomatologie gravi del Covid.

Per questo motivo, occorre prestare maggiore attenzione e attenersi alle norme igieniche dettate dall’OMS:


- Lavarsi spesso le mani (almeno 20”)

- Stare a un metro di distanza dalle altre persone;

- Rimanere a casa e uscire solo per lavoro, salute o necessità autocertificata;

- Evitare gli assembramenti;

- Utilizzare mascherina e guanti quando si esce di casa, come prevenzione;

- Non toccarsi occhi, bocca e naso con le mani contaminate;

- Qualora non fosse possibile lavarsi con acqua e sapone, usare gel disinfettanti;

- Pulire spesso le superfici che tocchiamo quotidianamente con cloro o alcol (superfici domestiche, cellulari, pc, tablet, interruttori della luce, maniglie delle porte, chiavi, borse, portafogli, ecc.).

- Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);

- Evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;

- Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;

- Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.


Quando dobbiamo allarmaci?

I sintomi da tenere presenti sono quelli di qualsiasi affezione delle vie respiratorie: febbre (>37.5), secchezza di naso e gola, difficoltà respiratoria, tosse.



(AGGIORNAMENTO)

La gravidanza non rappresenta, per sé, una indicazione all'esecuzione del tampone naso-faringeo per la ricerca del virus.

Sospettare infezione da Covid-19 in caso di febbre >=37.8.


Da segnalare che il decorso dell'infezione in donne in gravidanza non appare più grave di quello di donne di pari età non in gravidanza.




Gestione della gravidanza


Le donne in gravidanza che non hanno sintomi faranno regolarmente i controlli ed esami secondo gli appuntamenti stabiliti.

I corsi di accompagnamento alla nascita, vengono rimandati, fatti online o privatamente a domicilio seguendo tutte le norme restrittive.

Le visite possono essere fatte in studio, senza permanere in sala d'aspetto ma anche a domicilio (sia in gravidanza che dopo il parto).


Se si presenta una lieve sintomatologia, informare il medico curante o il consultorio per rimandare la visita.


In caso di infezione da SARS-CoV-2 durante la gravidanza vanno programmati controlli ogni 4-6 settimane.



Trasmissione materno-fetale


“Non è noto se avvenga la trasmissione verticale, cioè dalla madre al feto, del SARS-CoV-2.

Il virus non è stato rilevato nel liquido amniotico o nel sangue neonatale prelevato da cordone ombelicale. Attualmente non esistono evidenze a supporto di una trasmissione verticale del virus SARS-COV-2. (Sito Epicentro, ISS)


Quindi, attualmente si ipotizza che il virus non passa attraverso la placenta e il neonato non è a rischio di trasmissione.



Ogni ospedale ha inoltre organizzato, ormai da settimane, dei percorsi sicuri separati per le donne con sospetta o sicura positività al COVID-19 e per le donne sane.

Ci sono camere e sale parto separate, sistemi di protezione studiati ad hoc per il personale che assiste, per le mamme e per l’accompagnatore.


(AGGIORNAMENTO)

Nuovi lavori descrivono neonati di madri COVID-19 positive, in alcuni delle quali c’è stato riscontro di IgM SARS-CoV-2 nel siero alla nascita. In tre neonati è stato eseguito il tampone rettale, con risultato positivo ai giorni 2 e 4 e risultato negativo al giorno 6-7 . Dal momento che le IgM, a causa della loro struttura macromolecolare non sono in grado di attraversare la placenta, il loro rilevamento è suggestivo di risposta immune neonatale secondaria a una infezione avvenuta in utero.


Nessuno dei neonati presi in esame è tuttavia mai risultato positivo ai tamponi con RT-PCR eseguiti alla nascita e ripetuti fino a 16 giorni di vita.


La sierologia negativa non permette di escludere la trasmissione del virus dopo la nascita.



Travaglio e parto

Se iniziano le contrazioni o si rompono le membrane amniotiche, perdo il tappo mucoso o vedo sangue, prima di recarmi in ospedale, chiamo il Pronto Soccorso o l'ostetrica di fiducia.

Evitiamo di stare il più possibile in ospedale poiché è il luogo di maggior rischio per il contagio.

Se possibile, recarsi in ospedale con i proprio mezzi senza chiamare l'ambulanza.


Le modalità del parto sono da stabilire in base alla salute della donna:

Il parto vaginale è da preferire anche in caso di positività.

Se la sintomatologia della mamma non lo consente, si eseguirà il taglio cesareo.


Ad Ancona, chi si reca al Salesi, deve sapere che il partner (senza sintomi influenzali) può entrare solo in caso di travaglio attivo e per le prime due ore dopo il parto.

Nessun visitatore è autorizzato ad entrare nei reparti di ginecologia-ostetricia.


In caso di positività, la donna verrà trasferita al Covid Hospital a Civitanova Marche, a meno che il parto non sia immediato.



Il Post-Partum per le donne positive

(AGGIORNAMENTO)

L’OMS raccomanda che “madri e bambini dovrebbero essere messi in grado di rimanere insieme e fare il contatto pelle-a-pelle, la kangoroo mother care e rimanere insieme e praticare il rooming-in giorno e notte, soprattutto immediatamente dopo il parto e durante l’avvio dell’allattamento.

Le donne e i loro bambini sani devono essere tenuti insieme nell’immediato periodo post partum”.


Diverse testate italiane riportano casi di neonati di madri positive nati sani e allattati direttamente al seno.



L'Allattamento in caso di madri positive


“Il virus responsabile della COVID-19 non è stato rilevato nel latte materno raccolto dopo la prima poppata (colostro) delle donne affette; in almeno un caso sono stati invece rilevati anticorpi anti SARS-CoV. Date le informazioni scientifiche attualmente disponibili e il potenziale protettivo del latte materno, si ritiene che, nel caso di donna con sospetta infezione da SARS-CoV-2 o affetta da COVID-19, in condizioni cliniche che lo consentano e nel rispetto del suo desiderio, l’allattamento debba essere avviato e/o mantenuto direttamente al seno o con latte materno spremuto.”. (Sito Epicentro, ISS)


(AGGIORNAMENTO)

Sempre più autori confermano l’indicazione all’allattamento per le mamme sospette, confermate COVID-19.

Le nuove indicazioni includono il clampaggio ritardato del cordone e la non rimozione della vernice caseosa fino a 24 ore dopo la nascita.

Raccomandano, nei casi in cui la separazione madre-bambino risulti necessaria, la spremitura del latte.


L’interim guidance dell’Inter-Agency Standing Committee (IASC) sull’epidemia da COVID-19 e le situazioni di emergenza più in generale, indica per le donne malate di continuare l’allattamento perché il bambino che è già stato esposto al virus dalla madre e/o dalla famiglia trarrà maggiori benefici dall'allattamento diretto. Pertanto, qualsiasi interruzione dell'allattamento può effettivamente aumentare il rischio del bambino di ammalarsi o di ammalarsi gravemente.



La Società Italiana di Neonatologia ha pubblicato delle indicazioni ad interim per la tutela dell'allattamento materno in caso di positività.


  • Si riconosce all’allattamento e all’uso del latte materno un impatto importante sulla salute materno-infantile, con ulteriori vantaggi a livello familiare, sociale, economico.

  • In caso di infezione materna da SARS-CoV-2 il latte materno, in base alle attuali conoscenze scientifiche ed in analogia ad altre note infezioni virali a trasmissione respiratoria, non viene al momento ritenuto veicolo di trasmissione.

  • L’attuale epidemia di SARS-CoV-2 impone tuttavia lo sforzo di coniugare la promozione dell’allattamento con un corretto approccio igienico-sanitario, che limiti il contagio per via aerea e per contatto con le secrezioni respiratorie dei pazienti infetti (comprese le puerpere).

  • E’ verosimile, anche se non ancora documentato, che anticorpi specifici contro il SARSCoV-2 possano entro pochi giorni dall’inizio della malattia passare dalla madre con COVID-19 al lattante modulando l’espressione clinica dell’infezione infantile.


  • Un approccio che preveda nella puerpera positiva SARS-CoV-2 la routinaria separazione del neonato non solo rappresenta un’interferenza nella relazione madre bambino, ma potrebbe rappresentare un intervento tardivo rispetto ad un contagio già avvenuto in fase pre-sintomatica.



Prevenzione trasmissione materno-infantile:



Per ridurre il rischio di trasmissione al bambino/a, si raccomanda l’adozione delle procedure preventive come l’igiene delle mani e l’uso della mascherina durante la poppata, secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute.


Nel caso in cui madre e bambino/a debbano essere temporaneamente separati, si raccomanda di aiutare la madre a mantenere la produzione di latte attraverso la spremitura manuale o meccanica che dovrà essere effettuata seguendo le stesse indicazioni igieniche. Per tutti gli operatori e professionisti che entrano in contatto con donne in gravidanza e bambini piccoli, si raccomanda di seguire le raccomandazioni preventive.


Uso del latte materno spremuto:


  • In caso di separazione fra madre e bambino, va evitato il ricorso automatico ai sostituti del latte materno, implementando piuttosto la spremitura del latte materno con trasporto e somministrazione al bambino del latte materno fresco.

  • Il latte materno spremuto non va pastorizzato prima di essere somministrato al bambino, perché si ritiene che anche se contaminato da SARS-CoV-2 non rappresenterebbe un veicolo di infezione.

  • L’utilizzo del latte materno spremuto di madre SARS-CoV-2 positiva all’interno di una Terapia Intensiva Neonatale segue i protocolli specifici.

  • Nei casi di infezione materna grave la spremitura del latte materno potrà essere impedita e/o resa inopportuna dalle condizioni generali della madre.




Sitografia:




73 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
Post: Blog2_Post
bottom of page